Storia di Firenze
FLORENCE HOTEL GROUP VI PRESENTA LA STORIA DEL CAPOLUOGO TOSCANO
59 a.C.: La Fondazione
Fondata dai romani, da alcune fonti ad opera di Silla, da altre di Cesare come compenso dei suoi veterani. Tracce di questo insediamento sono tutt'oggi visibili nella zona nord-occidentale della città. Il nome della ha origine dal termine latino florentia, riferito forse per la vicinanza delle acque del fiume Arno e del Mugnone, forse agli arva florentia per la fertilità del terreno.
493-568: Invasione dei Barbari
Si hanno poche notizie del periodo in cui Firenze fu assoggettata ai Goti e, per un breve periodo, ai Bizantini. Malgrado la scarsa importanza a livello strategico, a differenza della vicina Fiesole, la guerra tra Goti e Bizantini durò circa vent'anni, lasciando la città in condizioni disastrose.
568-774: Dominio Longobardo
Durante questo dominio Firenze conobbe uno dei suoi periodi più bui. Ciò che rimaneva dei vecchi ordinamenti, soprattutto quelli municipali, andarono via via scomparendo. L'incuria portò alla degradazione di antichi edifici, come teatri, acquedotti e terme.
774-854: Età dei Franchi
In questo periodo si verificò un fatto piuttosto insolito che non trova riscontro in nessun'altra città italiana: la presenza di due contadi a così breve distanza, uno a Firenze e l'altro a Fiesole. La fusione di questi, avvenuta intorno all'854 portò grandi giovamenti, soprattutto per Firenze.
1055-1185: Nascita del Comune fiorentino
Questo periodo è caratterizzato dalle lotte religiose alle quali la cittadinanza partecipò con estremo ardore arrivando fino al fanatismo. Uno dei principali fautori fu San Giovanni Gualberto, grande affabulatore e predicatore, il quale fomentò un gran numero di seguaci nella lotta contro il clero. Tutto questo, visto favorevolmente dalle frange più riformatrici di Roma, portò il Papa, Vittore II, ad indire nel 1055, con sede proprio a Firenze, un concilio, dal quale vennero presi i primi solenni decreti contro i malanni della Chiesa; in un secondo momento Firenze divenne il rifugio di coloro che erano contro Papa Benedetto X. Il movimento religioso strettamente legato a quello politico aveva come punto di riferimento contessa-marchesa di Toscana Matilde di Canossa, intorno alla quale nacque e si organizzò il Comune fiorentino. Guidato dalla media e bassa aristocrazia locale la politica di Firenze sosteneva e riconosceva l'autorità imperiale.
1185-1216: Espansione economica
In questo periodo i rapporti tra Firenze e l'Impero furono minati dalla politica del Barbarossa e di Enrico VI i quali instaurarono in Toscana un sistema di governo duro e reazionario. Il contado passò sotto l'amministrazione di agenti imperiali, ci fu la scissione tra imperiali e filoimperiali, la popolazione andava aumentando grazie agli intensi traffici commerciali nel campo artigianale ed industriale, soprattutto tessile, che si tenevano in città. Chi risentì maggiormente di questo orientamento fu la vita culturale.
Chi, già nel 1193, deteneva un forte peso politico all'interno del consiglio comunale erano proprio le organizzazioni artigiane, segnale della progressiva democratizzazione della politica fiorentina.
1236-1250: Lotte di potere
Periodo particolarmente movimentato caratterizzato dalle lotte intestine tra Guelfi e Ghibellini. Degli uni facevano parte le famiglie che appoggiavano papa Gregorio IX, degli altri chi seguiva Federico II. Chi seppe giovarsi maggiormente di questi contrasti fu il cosiddetto "popolo grasso", quella parte di popolazione che si era arricchita col commercio, le attività bancarie e quelle produttive. Costoro, organizzatisi in Arti, si impadronirono ben presto, almeno parzialmente, dell'autorità cittadina.
1250: Morte di Federico II
Alla morte di Federico II, cacciati i Ghibellini da Firenze, i Guelfi formano un governo denominato "Primo Popolo", composto da un capitano del popolo, due consigli, uno degli Anziani e l'altro dei Buonomini, scelti tra i commercianti e gli artigiani.
1260: Scontro Guelfi-Ghibellini
Le lotte tra Guelfi e Ghibellini si ripresentarono allorquando i Ghibellini, appoggiati dai senesi, sconfissero l'esercito Gelfo nella battaglia di Montaperti, instaurando per sei anni un governo guidato da un Podestà ghibellino. Questa egemonia terminò definitivamente quando i Guelfi, aiutati a Carlo d'Angiò, tornarono al potere.
1260-1280: Nascita delle Arti
Il potere delle Arti, suddivise in 12 arti maggiori e 9 minori, andò via via aumentando finché queste associazioni di artigiani e mercanti riuscirono ad instaurare un governo popolare guidato da un Gonfaloniere di giustizia e da sei priori scelti tra i componenti delle associani stesse. Del 1293 sono gli Ordinamenti di Giustizia, che diedero un orientamento fortemente democratico a questo governo.
1280-1300: Le grandi opere d'arte
Questo periodo florido e prospero diede il via alla edificazione di quei monumenti che a tutt'oggi fanno di Firenze una delle attrazioni artistiche più famose al mondo. Il Palazzo del Podestà, o Bargello, il Duomo, la Casa del popolo, poi Palazzo della Signoria, le Chiese di Santa Croce e Santa Maria Novella, sono tra le strutture più famose tra le quali si mossero artisti come Cimabue e Giotto. Di questo periodo ricordiamo le opere letterarie del sommo poeta Dante.
1302: Guelfi Bianchi e Guelfi Neri
Il benessere portò ben presto a frizioni e discordie tra la cittadinanza e di riflesso all'interno del partito Guelfo. Papa Bonifacio VIII, nella speranza di riprendersi il potere in Toscana, appoggiò i Neri. Nel 1302 questi ultimi riuscirono ad impadronirsi della città, mentre i Bianchi, a fatica, tentavano un ritorno a Firenze.
1312: Assedio
I Bianchi, aiutati da Arrigo VII, cinsero d'assedio la città, il tutto vanificato dalla morte, l'anno seguente dell'imperatore. Nel maggio del 1313 la riconobbe la signoria di re Roberto di Napoli, guelfo. Questa signoria temporanea si rese necessaria come protezione militare, lasciando inalterati i poteri delle Arti.
1312-1399: Il potere dei Magnati
In questo periodo il potere si accentrò sempre più nelle mani del partito dei Magnati, arricchitisi grazie al commercio e all'industria. Questo potere, però, portò ben presto del malcontento all'interno della cittadinanza meno abbiente, la quale insorse nel 1378 con il famoso Tumulto dei Ciompi. I Ciompi, cardatori di lana, imposero come Gonfaloniere di Giustizia il loro rappresentante Michele di Lando e, per un breve periodo riuscirono a detenere il potere. Ben presto, però, i Magnati riaffermarono la loro egemonia, esiliarono Michele di Lando e costituirono un governo aristocratico oligarchico guidato dagli Albizi. Con questi eventi si conclude il trecento, secolo nel quale operarono letterati come Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio.
1400-1464: Cosimo dei Medici
Questo periodo vede la sempre più crescente affermazione nella vita politico-economica fiorentina della famiglia di mercanti dei Medici. Oltre che nel commercio questa famiglia può considerarsi la fondatrice della prima banca europea, essendo proprietari di un Banco di cambio molto attivo. Dopo Giovanni de' Medici, nominato nel 1421 Gonfaloniere, assurse ai vertici della vita politica Cosimo, che di ritorno da un esilio durato un anno, fu accolto dal popolo in maniera trionfale. Pur non avendo mai ricoperto alcuna carica politica, fu per trent'anni il vero governatore di Firenze. Lo pseudonimo "padre della Patria" è dovuto prorio alla sua saggezza.
1464: Lorenzo Il Magnifico
Dopo la morte di Piero de' Medici, figlio di Cosimo, assunse il potere Lorenzo, detto "il Magnifico". Uscito incolume da un attentato, la congiura dei Pazzi (1478) in cui perse la vita il fratello Giuliano, Lorenzo dimostrò una lungimiranza tale che è ricordato come uno degli uomini politici più capaci del tempo. Grazie alla sua politica riuscì ad evitare l'invasione degli stranieri nella penisola italica e proprio grazie a lui questo periodo è considerato il più florido per l'arte e la cultura italiana. Filosofia, letteratura, musica, ogni arte e dottrina visse il suo acme sotto la corte di Lorenzo il Magnifico.
1492: Morte di Lorenzo dei Medici
Questo periodo di pace e floridezza si concluse con la morte di Lorenzo. Ad approfittarne fu Carlo VIII che scese invase l'Italia, senza che Piero, figlio di Lorenzo, opponesse resistenza. Con la fuga di Piero de' Medici fu facile per Carlo VIII entrare in Firenze, anche se il suo dominio fu di breve durata. La città fu poi guidata da un governo repubblicano con a capo Girolamo Savonarola, frate domenicano oppositore dei Medici, la cui politica dispotica e sanguinaria portò alla morte. Nel 1498, infatti, fu arso vivo accusato di eresia. Ciò permise il ritorno dei Medici, appoggiati dai papi Leone X e Clemente VII, facenti essi stessi parte della famiglia.
1530-1737: Granducato di Toscana
Sotto la guida prima di Alessandro poi di Cosimo i Medici furono nominati prima duchi di Firenze e poi Granduchi della Toscana, includendo Siena e Pisa al loro dominio. A Cosimo successe il figlio Ferdinando I, il quale riorganizzò economicamente lo Stato. Viene ampliato il porto di Livorno, viene incrementata l'agricoltura, viene fondata l'Università di Pisa, nella quale si laureò Galileo Galilei. I successori non ebbero la stessa rilevanza e piano piano la dinastia dei Medici andò perdendo la propria egemonia.
1737-1859: Il regno dei Lorena
In questo periodo il sovrano di maggior spicco fu Leopoldo II che rimase in carica dal 1824 al 1859. Grazie alla sua politica Firenze tornò ad essere uno dei centri più importanti sotto il profilo artistico e culturale.
1865-1870: Italia unita - Firenze capitale
Grazie al plebiscito del 12 marzo 1860 la Toscana si unì al regno di Sardegna. Firenze fu scelta come capitale del nuovo regno. Dal 1865 al 1870 Palazzo Pitti ospiterà la reggia, il Palazzo della Signoria il parlamento, il palazzo Riccardi gli interni e la presidenza del consiglio.